Alle letture delle "Confessioni" era seguito un silenzio di imbarazzo e disapprovazione; i "Dialoghi" qui pubblicati si aprono con un silenzio diverso che opprime Rousseau e che è universale, profondo, insondabile. Da questa congiuntura nascono i "Dialoghi", redatti tra il 1772 e il 1776. Un "compito doloroso", scriveva Rousseau minacciato di precipitare in un silenzio definitivo e aborrito, diffamato da nemici abili e influenti, sospinto in un labirinto di insinuazioni e dicerie odiose, giudicato in un processo quotidiano e occulto di cui non conosce né le accuse né i giudici, e circondato da una "triplice cinta di tenebre".