Big little lives. Le grandi band nei piccoli club italiani

Editore: Arcana
EAN: 9788892772670
Pagine: 144 p. , Libro in brossura
In commercio dal: 22 marzo 2024
Collana: Musica
A partire da 15,00 €

Descrizione

Jimi Hendrix, Ramones, David Bowie, Nirvana, Jeff Buckley, Pearl Jam, Radiohead, Oasis, Muse, Pussy Riot, Green Day. E moltissimi altri ancora. Artisti che hanno cambiato la storia della musica rock e che per i loro live in Italia hanno in più occasioni scelto piccoli locali, anche di provincia, rispetto ad attrezzatissimi palazzetti dello sport con una prospettiva di sold-out garantito. Un fenomeno che, spesso, si spiega con la necessità di restituire una dimensione più intima alla propria musica e favorire una maggiore partecipazione del pubblico, abbattendo le distanze fra palco e pit. A inaugurare questa tendenza è stato Jimi Hendrix, protagonista nel 1968 di uno straordinario concerto al Piper Club di Milano. Un live storico durante il quale il chitarrista ha eseguito capolavori come Hey Joe, Purple Haze e Foxy Lady. Anche proiettandoci in avanti con il tempo, l'attrazione per i piccoli templi della musica italiana non è mai scemata. Dal rumorosissimo live dei Nirvana al Bloom di Mezzago nel 1991 al concerto di Jeff Buckley al Vidia di Cesena, una delle location preferite dai più grandi artisti internazionali. Una tendenza destinata a non cessare, anzi a rinnovarsi nel tempo, che coinvolge anche gli artisti italiani in grado di far registrare il tutto esaurito nei più grandi stadi: ultimo in ordine di tempo Ligabue, che per lanciare il suo ultimo disco ha scelto di organizzare un secret concert, annunciato pochissimi giorni prima, al Largo Venue, uno dei club simbolo di Roma. Big Little Lives come quello dei Green Day, ultimo in ordine di tempo nella nostra cronologia, che ha sconvolto con il furore punk degli esordi i mille fan presenti.

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