Karl Moor, il protagonista dei "Masnadieri" di Schiller, era l'eroe preferito del piccolo Robert Walser: e proprio travestito da Karl lo ritrae, quindicenne, suo fratello. Probabilmente, dunque, non è un caso se il romanzo ritrovato fra le carte lasciate dallo scrittore (quei " microgrammi " di assai problematica decifrazione) riprende il titolo del dramma di Schiller: "Die Rauber". Più che un eroe, però, il brigante che qui si racconta è un antieroe, uno che vivacchia ai margini della buona società di Berna, corteggiando una cameriera di nome Edith, e lasciandosi corteggiare da tutta una serie di signore, che lo vorrebbero o per sé o per le proprie figlie. Quando Edith deciderà di sposarsi, il Brigante le rimprovererà dal pulpito di preferire a lui un uomo mediocre; e lei gli sparerà ferendolo leggermente. Una volta ricaduta l'ondata dei pettegolezzi, ecco il nostro Brigante che, insieme a uno scrittore di professione, si mette a raccontare la propria versione della vicenda. Ed è qui che comincia il vertiginoso gioco di rispecchiamenti fra colui che narra e colui che è narrato, fra lo stesso Robert Walser e il suo Brigante.