L'opera, una sorta di diario di viaggio in versi, descrive, con un linguaggio metamorfico e immaginifico, l'odissea esistenziale di un'entità psichica non precisata, in uno spaziotempo ai margini della storia afflitto da un'immane catastrofe. Ciò che viene presentato agli occhi del lettore ora con allegria, ora con un'intensa verve drammatica, è un costante senso di minaccia: la parola poetica si evolve sezione dopo sezione, incapace di cogliere con pienezza ciò che cerca di testimoniare. L'epopea è figlia illegittima della poesia italiana degli anni Settanta e della cultura "Beat". La metafora è quella di una pista senza ritorno, che termina sull'orlo di un bivio, e da cui scaturisce un destino di decadenza, degrado e sudditanza.