«L'uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi», disse Albert Einstein. La bomba atomica, che negli ultimi mesi ha ripreso prepotentemente il suo posto fra i nostri peggiori incubi, a partire dalla seconda metà del Novecento ha segnato la storia e l'immaginario collettivo, contaminando tutta la produzione culturale, dalla letteratura al teatro, dai fumetti alla musica. E ancora: videogiochi, cinema, radio, televisione, giornali, riviste, serie televisive, persino cartoni animati. Questo sorprendente (e inquietante) saggio di Camilla Sernagiotto ripercorre l'era atomica attraverso le tantissime opere della cultura pop che ne sono state influenzate, raccogliendo devastazioni e orrori descritti da registi, romanzieri, drammaturghi, poeti, musicisti, pittori, scultori, fotografi e fumettisti. Una vera e propria enciclopedia analitica, nella quale viene illustrata per la prima volta in un volume la teoria dell'autrice secondo cui anche la serie televisiva "Twin Peaks" di David Lynch sarebbe in realtà una metafora del Progetto Manhattan, il programma militare statunitense per l'ideazione e la produzione dei primi ordigni nucleari. Solo la cultura è in grado di farci vedere a distanza ravvicinata le immagini di ciò che le bombe chiamate Little Boy e Fat Man hanno fatto a Hiroshima e Nagasaki e impedirci di cancellarle dalla memoria, ricordandoci che micidiale tasto per l'autodistruzione abbiamo in mano.